Armine, sister

Armine, sister è un progetto multidisciplinare che
include la creazione di una performance basata sui
fatti del genocidio armeno, pubblicazioni (tra cui
un album fotografico e pubblicazioni) mostre
fotografiche, conferenze e concerti. Uno spettacolo
dedicato alla memoria, testimonianza e rifiuto.
Obiettivo dello spettacolo è quello di affrontare la
questione dei tabù e dei falsi storici, che deviano
la nostra coscienza singola e collettiva sul senso
di responsabilità.

2013-2018

Performance del Teatr Zar

Regia  Jarosław Fret

performer Simona Sala

drammaturgia azioni fisiche Simona Sala

singer  Murat Içlinalça, Dengbej Kazo, Aram Kerovpyan, Vahan Kerovpyan, Mahsa Vahdat, Marjan Vahdat

foto di M.Zakrzewski

Tournée

 

The Grotowski Institute – Wroclaw
Nowy Teatr -Varsavia
Teatr Kana- Szczecin
Battersea Art Center – Londra
RedZone Festival – Oslo
Fabbrica Europa Festival – Firenze
International Theatre Festival- SanFrancisco
International Festival – Sibiu
La Tempete Teatre – Paris
Teatro di Roma- Italia
Naves Matadero Centro Internazional de Artes Vivas – Madrid
Gulbekian Fundation – Lisbona
Forest Festival – Salonicco
What They’re Saying

Ed anche quando gli spettatori abbandonano lo spazio scenico di “Armine, sister”, resta il fardello, resta il martirio, resta la desolazione, restano le immagini. Ciò che è stato evocato è destinato ora a restare, indelebile. Teatr Zar ha raggiunto il suo scopo.

Mariagiovanna Grifi - Corriere dello Spettacolo

È come stare dentro Guernica, tra le sue madri dolenti, i suoi cavalli urlanti, le sue lampadine oscillanti, o tra i “disastri della guerra di Goya”, scoprendo che l’immagine non sta ferma, trema, sussulta, cambia di pelle: dentro l’immagine, come sempre, il tempo incalza e l’evento si perde fatalmente di vista.

Attilio Scarpellini - Doppio Zero

Dove lo spettacolo finisce, comincia la Witness Action, anche se tornati nel loro ruolo di testimoni, gli spettatori non sanno letteralmente da che parte voltarsi, dove posare gli occhi, dove mettere le mani che non possono più sciogliere in un applauso. “Respicio – scriveva Jerzy Grotowski in Teatro e rituale – è la parola latina che indica rispetto, ecco la funzione del vero testimone; non intromettersi con il proprio misero ruolo, con quella importuna dimostrazione ‘ci sono anche io’, ma essere testimone – ovvero non dimenticare, non dimenticare a nessun costo”

Attilio Scarpellini - Doppio Zero

It is the most simple complexity I have ever encountered in the theatre. It is living poetry. It is unlike anything I have ever seen before.
I don’t know how to do justice to this. I feel no more equipped to explain this than any other great masterpiece. I think of another great work of art that responded to a massacre: Picasso’s “Guernica.” For that, too, no critical review can do justice.
Is “Armine, Sister” an accomplishment in a class with “Guernica?” Really?
Yes, it is. It will expand your idea of what theatre can be. It will permanently change you. It is great art.

Charles Kruger - ‘San Francisco International Arts Festival’, TheatreStorm,

“Grazie ad Armine, Sister il canto modale armeno è stato portato in scena per la prima volta nella storia in una rappresentazione teatrale.”

Attilio Scarpellini - Doppio Zero