Nello spettacolo Medee. Sul varcare la figura di Medea viene presa non come madre infanticida ma come santa protettrice dei rifugiati, cioè di tutti coloro che sono bloccati in un limbo dove non si può tornare indietro e non si può andare avanti.

Parliamo dell’impossibilità di passare il confine di se stessi, creato dai nostri corpi tra la terra e il mare, tra continenti e persone. Medee non è teatro politico, è un’esperienza intima dei confini e dell’esperienza del rifiuto.

La drammaturgia musicale è costruita intorno a canzoni tradizionali arabe, persiane e curde cantate da artisti del Cairo, di Teheran e di Istanbul. Le loro voci sono contrastate da canti di confraternite latine.

Performance di Simona Sala e Jarosław Fret

Drammaturgia musicale Jarosław Fret

Performer  Simona Sala

Cantanti Fatma Emara, Marjan Vahdat, Selda Őztűrk

Choir Aleksandra Kotecka, Tomasz Wierzbowski,
Orest Sharak, Davit Baroyan, Jarosław Fret

Testo  Dimitris Dimitriadis

Foto (c) Maciej Zakrzewski

Performance di Simona Sala e Jarosław Fret
Drammaturgia musicale Jarosław Fret
Performer  Simona Sala
Cantanti Fatma Emara, Marjan Vahdat, Selda Őztűrk
Choir Aleksandra Kotecka, Tomasz Wierzbowski, Orest Sharak, Davit Baroyan, Jarosław Fret
Testo  Dimitris Dimitriadis
Foto  Maciej Zakrzewski

Nello spettacolo Medee. Sul varcare la figura di Medea viene presa non come madre infanticida ma come santa protettrice dei rifugiati, cioè di tutti coloro che sono bloccati in un limbo dove non si può tornare indietro e non si può andare avanti.

Parliamo dell’impossibilità di passare il confine di se stessi, creato dai nostri corpi tra la terra e il mare, tra continenti e persone. Medee non è teatro politico, è un’esperienza intima dei confini e dell’esperienza del rifiuto.

La drammaturgia musicale è costruita intorno a canzoni tradizionali arabe, persiane e curde cantate da artisti del Cairo, di Teheran e di Istanbul. Le loro voci sono contrastate da canti di confraternite latine.

Performance di Simona Sala e Jarosław Fret
Drammaturgia musicale Jarosław Fret
Performer  Simona Sala
Cantanti Fatma Emara, Marjan Vahdat, Selda Őztűrk
Choir Aleksandra Kotecka, Tomasz Wierzbowski, Orest Sharak, Davit Baroyan, Jarosław Fret
Testo  Dimitris Dimitriadis
Foto  Maciej Zakrzewski

Tournée

Premier all’ interno del Theater Olimpics program Wroclaw 2016 European Capital of Culture

Salonicco – International Forest Festival

Madrid – Naves Matadero Centro Internazional de Artes Vivas

Parigi – Theatre Bouffes du Nord

Varsavia – Theatre Meeting

Con Medee si delinea maggiormente il concetto di Witness Action in cui si ricerca il valore dell’arte di essere ponte tra la società e la testimonianza

L’arte come uno strumento fondamentale per comunicare e toccare differenti punti di coscienza.

Nello spettacolo Medee. Sul varcare la figura di Medea viene presa non come madre infanticida ma come santa protettrice dei rifugiati, cioè di tutti coloro che sono bloccati in un limbo dove non si può tornare indietro e non si può andare avanti.

Parliamo dell’impossibilità di passare il confine di se stessi, creato dai nostri corpi tra la terra e il mare, tra continenti e persone. Medee non è teatro politico, è un’esperienza intima dei confini e dell’esperienza del rifiuto.

La drammaturgia musicale è costruita intorno a canzoni tradizionali arabe, persiane e curde cantate da artisti del Cairo, di Teheran e di Istanbul. Le loro voci sono contrastate da canti di confraternite latine.